«[...] E' spontaneo parlare di spiritualità, o anche di sacralità, a proposito di questo non composito ma simbiotico e interiore culto della bellezza che ispira la pittura di incedayi. Essa mescola polarità non soltanto della storia, ma anche del tempo storico e del tempo indeterminato dei miti, della patria geografica e della patria universale. Ed è stato spontaneo parlare di eros, di nostalgia, di speranza, di recupero del passato come proiezione nel futuro. [...] la matita, la china, il pastello, gli oli sono strumenti ben dosati e tra loro rifusi in un amalgama come a caldo; ma è il caldo di un fuoco tenue e aromatico che brucia come il sapienziale crogiolo degli alchimisti, dove si formava la polvere dell'oro»
Maurizio Calvesi
«[...] La pittura odierna di Timur Incedayi è quindi preziosa e misteriosa, reale e metafisica, fissa e dinamica come le stelle, avendo egli riallacciato quella corda armonica che da sempre, senza dissolvenze, unisce il vicino oriente all'Europa più raffinata: Roma a Costantinopoli, Bisanzio ad Istambul.»
Maurizio Marini